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12 febbraio 2015

Brif bruf braf e il traduttore bambino

Questo primo post del 2015 lo dedico al traduttore simultaneo bambino, una figura a cui sono profondamente grata e che sempre mi stupisce per la magia e la tenerezza che porta con sé.


 Brif Bruf Braf, disegno di Bruno Munari 
tratto da Favole al Telefono di G. Rodari, ed. Einaudi 1962


Mi spiego meglio. La prima volta che mi capitò d'incontrarlo fu diversi anni fa, avevo da poco iniziato a tenere laboratori. In quell'occasione, il gruppo di lavoro era particolarmente eterogeneo e divertito, ognuno interveniva proponendo un'idea e le voci si sovrapponevano in un fantastico chiacchericcio creativo. Nella confusione si inserì anche un bimbo di quattro anni, il più piccolo.


 A giocare col bastone, disegno di Bruno Munari 
tratto da Favole al Telefono di G. Rodari, ed. Einaudi 1962


Il suo discorso, espresso con una timida vocina, sebbene dettagliato e meditato, mi risultò incomprensibile. Pensai di non avere sentito bene qualche parte e gli chiesi di ripetere.
Di nuovo nulla, allora, sempre più dispiaciuta, provai a interpretare, chiedendogli se fossi nel giusto, ma lui mi guardava e continuava a scuotere la testa, dicendo no, non era quello che aveva detto.

Intanto era sceso il silenzio, gli occhi di tutti i bambini fissi su di me. Il momento era grave. Altri tentativi senza risultato accrebbero il disagio. Volevo capire, mi stava dicendo qualcosa di molto importante per lui, ma al tempo stesso avevo già insistito troppo e rischiavo di metterlo in imbarazzo.


La strada che non andava in nessun posto, disegno di Bruno Munari 
tratto da Favole al Telefono di G. Rodari, ed. Einaudi 1962 


Proprio mentre stavo per arrendermi, vidi alzarsi una manina. Una bimba di sei, sette anni con fare estremamente dolce iniziò a parlare: "Lui voleva dire...".
Quando finì mi rivolsi al bambino e gli chiesi se fosse quello il significato. All'unisono la sua testa e quelle di tutti gli altri annuirono, gli occhi del bimbo erano finalmente soddisfatti e felici, nella stanza tornò l'allegria.

Improvvisamente fui colpita dalla dura verità: l'unica a non aver capito ero stata io.
E lo sguardo imbarazzato con cui mi fissavano fino a poco prima i bambini, era solo indulgente compassione mista alla ricerca di una soluzione il più possibile indolore per me. Una soluzione che mi facesse entrare nel loro mondo evitandomi, se possibile, la mortificazione di non esserci riuscita da sola. Il traduttore simultaneo ce l'aveva fatta!



 La giostra di Cesenatico, disegno di Bruno Munari 
tratto da Favole al Telefono di G. Rodari, ed. Einaudi 1962


Col passare degli anni, per fortuna, assomiglio sempre più al vecchietto della favola di Rodari Brif Bruf Braf e mi accade molto meno di non comprendere i discorsi dei bambini, ma quando succede, sono pronta, chiedo subito: "Chi ha capito?". All'istante molte mani si alzano. Nessuno si offende, nessuno rimane mortificato: il traduttore simultaneo è per me.

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