26 agosto 2013

Addensamenti e rarefazioni: disegnare con i punti

Qualche giorno fa, leggendo il bel libro di Beba Restelli, Giocare con Tatto (ed. FrancoAngeli/ Le Comete), giunta alla descrizione del laboratorio Un Punto e nasce il mondo, non ho resistito all'impulso di provare immediatamente a disegnare utilizzando solo gli addensamenti e le rarefazioni dei puntini, più qualche cerchietto.
Ed ecco materializzarsi sul foglio questi buffi uccellini e un alberello.
In questo caso il pennarello è stato uno solo, però si dovrebbe provare con vari tipi di punte e strumenti. Prima solo col colore nero, per non farsi distrarre dagli effetti cromatici, poi con i tre primari giallo, rosso e blu e infine con tutti gli altri.



Al di là dei miei disegnetti, la cosa bella, ed è la parte importante di questo tipo di lavoro, è che ero talmente presa dal creare effetti con le varie puntinature, che non mi sono resa conto di disegnare.
Ecco, quindi, un modo divertente per sperimentare e abbattere la paura del foglio bianco.


08 agosto 2013

Prove tecniche per un prossimo laboratorio: le sagome

Prendi una bella mattina d'agosto, un parco ombroso con il prato appena tagliato, un gruppo di amiche - grandi e piccine - con la voglia di giocare, fogli di carta da pacchi e colori di ogni tipo. Ecco gli ingredienti perfetti per sperimentare un laboratorio e prendere utili appunti.
L'idea è stata quella di lavorare sulle nostre sagome, tracciarle e poi riempirle in piena libertà.




Il laboratorio delle sagome mi ha sempre incuriosito ed è mia intenzione proporlo tra quelli della prossima stagione, ma prima di farlo dovevo provarlo, come sempre, in prima persona e osservare in particolare le reazioni spontanee dei bambini.
L'interno della sagoma dovrebbe essere il luogo dove esprimersi in piena libertà con i colori e le varie tecniche, dove inserire i propri sogni, segreti, le proprie emozioni, le parole più belle o le paure, ma riuscirci è così semplice come sembra? NO, affatto.




Osservazioni sul campo:

- farsi tracciare la sagoma e vedere, poi, com'è venuta è molto divertente
- la paura del foglio bianco, in questo caso della sagoma bianca, fa capolino sia nei bambini (quelli presenti avevano tra i 7 e i 10 anni) che negli adulti ed è il primo ostacolo da superare
- i bambini tendono per prima cosa a disegnare i vestiti, anche se la sollecitazione è quella di sperimentare e di lasciarsi andare con la fantasia. Più la richiesta è diretta più la reazione è di blocco e si ricorre a ciò che è più sicuro (i vestiti). E' evidente la paura di sbagliare e di non essere all'altezza delle aspettative. La prima frase pronunciata è stata: "Non so cosa fare"
- i bambini sono curiosi dei disegni altrui e delle tecniche che vedono usare e spesso ne prendono spunto chiedendo ulteriori informazioni, per questo per indurli a sperimentare, più che spiegare come si fa, è meglio mostrarglielo lavorando, se necessario fingendo di non rivolgersi a loro.
- gli adulti si immergono completamente nel lavoro
- per quanto mi riguarda, inizialmente ho dovuto combattere con il mio senso estetico. Non volevo fare un disegno bello, pensato, ma liberatorio
- nessuno di noi ha usato parole o lettere o disegni realistici (tranne i vestiti, tracciati solo dai bambini).


 




 Appunti :
- il laboratorio delle sagome è ottimo per adulti e bambini, serve a lasciarsi andare e a sbloccarsi. Ci siamo devertite tutte e molto
- più materiali e colori si hanno a disposizione e meglio è
- una volta a casa mi sono venute mille nuove idee su come riempire la mia sagoma
- il laboratorio andrebbe ripetuto più volte a distanza di tempo, penso aiuterebbe il processo creativo
- i bambini si trovano spesso in difficoltà  di fronte a richieste dirette di raccontare sè stessi, inoltre molti sono insicuri e la paura di sbagliare li blocca, per questo prima di proporre le sagome, credo bisognerebbe tenere una serie di laboratori di sperimentazione, suggeriti dall'esperienza di Munari, come quello dei punti, delle linee, dei colori, delle texture, ecc. Laboratori che li aiutino ad acquisire nuovi mezzi espressivi per comunicare, anche solo con semplici segni astratti, la loro emotività.
- la prossima volta prima di iniziare proveremo a sederci ognuno dentro la nostra sagoma, a occhi chiusi, cercando di visualizzare colori, segni, parole, ecc.
- con i bambini si potrebbe anche usare una favola introduttiva o una "formula magica", scaccia paure, seguita magari da un bel salto a piè pari dentro al disegno (Mary Poppins insegna).





Al momento gli appunti sul laboratorio delle sagome terminano qui, non escludo di ampliarli prossimamente. I miei laboratori sono in continuo divenire. Se avete riflessioni, esperienze o suggerimenti da condividere sarò molto felice di leggerli e pubblicarli.



Le foto di questo post sono di Mimmi Moretti.
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